articolo a cura del Dott. Guido Vignali
Ogni qualvolta i muscoli della nostra bocca eseguono un’attività priva di un obiettivo funzionale, si sviluppa quella che viene definita una PARAFUNZIONE.
Seppur normali, se ripetuti cronicamente, questi atteggiamenti, possono portare a disordini occlusali: un’alterazione del modo in cui i denti chiudono fra loro. La risultante di tutto ciò è un sovraccarico della muscolatura masticatoria e conseguentemente dell’articolazione di riferimento (temporo-mandibolare).
Esempi di parafunzioni sono il bruxismo (serramento e digrignamento), succhiamento del pollice e il posizionamento anomalo della mandibola.
Concentriamoci sul bruxismo: viene definita proprio come l’abitudine a serrare, stringere, digrignare i denti in maniera eccessiva e senza scopo. Tali atti possono essere notturni o diurni; si possono presentare da soli o in associazioni ad altre abitudini viziate come il mordicchiamento di unghie, penne, posture non fisiologiche della mandibola.
Il bruxismo, è probabilmente la parafunzione più diffusa nell’uomo, sembra che quasi l’80% della popolazione ne soffra, colpisce più le donne e tende a diminuire con l’età.
Le cause del bruxismo possono essere:
La maggior parte delle persone è inconsapevole delle proprie parafunzioni, specie se notturne, e la diagnosi viene fatta in occasione di una visita odontoiatrica.
Cerchiamo a questo punto quelli che possono essere i segni e i sintomi:
Un esame estremamente importante nella valutazione del paziente con parafunzioni e’ l’esame elettromiografico che grazie ad una tecnologia raffinata ci permette di avere importantissime informazioni sulla stato della nostra componente muscolare ( temporali ant. massetteri , sternocleidomastoidei, e trapezi.
Laddove si presentino alterazioni dell’equilibrio muscolare o siano presenti sintomi da scompensamento e’ consigliato l’uso di un apparecchio chiamato “bite”. Il bite ha il compito di correggere le discrepanze a livello occlusale e al tempo stesso protegge i nostri denti; è il mezzo più immediato, efficace ed economico per interrompere i danni da parafunzioni; bastano 2 -3 appuntamenti, il primo per le impronte, il secondo e il terzo per l’adeguato controllo occlusale, per confezionare un bite su misura bilanciato e confortevole.
Una placca di resina individualizzata trasparente, viene inserita tra le arcate dentarie e permette la de programmazione dei movimenti anomali, riportando la bocca alla sua normalità muscolare e articolare.
Laddove la sintomatologia lo richieda, si può ricorrere, sempre in associazione al bite, ad una terapia con farmaci miorilassanti ( di solito nella fase iniziale acuta); supporto psicologico finalizzato al controllo dello stress; impacchi caldo umidi come decontratturanti; evitare abitudini quali il masticare il chewing gum; ginnastica e massaggi per il collo e la parte alta della schiena.
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